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Leggere online è diverso. Scrivere pure.

Leggere online è diverso. Scrivere pure.

“Mi raccomando, scrivi poco che tanto le persone non leggono”

Questa frase me la sento dire spesso. E ogni volta è come se mi colpissero con una freccia. Vera, che fa male… perché in fondo io scrivo perché le persone leggano.
Allora mi sono chiesta: ma questa frase ha qualche fondamento scientifico o è un falso mito? Insomma, la gente legge o no? E come?

1. Così mi sono data alla lettura – tanto per cambiare! Il libro “Lettore, vieni a casa” di Maryanne Wolf mi ha fatto scoprire alcune cose interessanti:

2. Non siamo nati per leggere. Dunque farsi leggere è di per sé una sfida.

3. La lettura profonda richiede tempo ed energie mentali. Ecco perché in genere non si fa una lettura profonda dei contenuti che leggiamo su smartphone e tablet. Qui la lettura non è continua, prolungata e concentrata.

Oggi il lettore preferisce essere intrattenuto passivamente e utilizzare solo la superficie delle proprie capacità cognitive. La lettura profonda invece richiede tempo e desiderio. Tempo e desiderio per ascoltare l’autore e “conversare” con lui – utilizzando il pensiero critico.

Il libro di Maryanne Wolf è focalizzato sull’importanza della lettura, soprattutto per i bambini e i giovani (ci sono due interi capitoli dedicati a loro). Tuttavia è importante, per chi come me scrive, capire come leggono le persone con in mano uno smartphone.

Leggere sui dispositivi digitali, tra “salti” e distrazioni
Ho già scritto che la lettura è superficiale, ma non solo. Il lettore salta intere parti di testo e gli occhi scorrono veloci. Il lettore cerca rapidamente alcune parole nel testo per capire se il contenuto è interessante o risponde alle sue domande. In genere legge velocemente l’inizio e la fine di un testo. Se dopo questa prima “analisi” ritiene che il testo meriti un approfondimento, allora il lettore ritorna indietro e legge ciò che ha lasciato indietro.
Ma c’è dell’altro. Internet è posto pieno di distrazioni e queste non agevolano certo la la lettura profonda. Inoltre, lo schermo non ha la dimensione concreta del libro, dunque è più difficile mettere in sequenza le informazioni e memorizzare i dettagli.

Scrivere per i dispositivi digitali: una sfida ancora più grande
Se queste sono le premesse, come scrivere i contenuti che verranno letti su uno schermo? Si tratta di agevolare la lettura veloce o di educare alla lettura profonda. Maryanne Wolf non risponde a questa domanda e credo che sia davvero difficile farlo. Quello che è chiaro è che lo schermo non è la pagina di un libro dunque ci sono alcune buone pratiche che non vanno assolutamente abbandonate:
– usare i grassetti in modo intelligente per agevolare la ricerca;
– suddividere il testo in paragrafi non troppo lunghi per agevolare la comprensione;
– dare un titolo ai paragrafi per permettere al lettore di concentrarsi sui paragrafi più interessanti.

Possono sembrare ovvietà ma non lo sono affatto. Un contenuto, ad esempio l’articolo di un blog, che non segue queste regole rischia di essere abbandonato, non letto. Chi come me scrive per professione deve fare attenzione anche a questi aspetti, oltre che all’argomento, alle parole, al tono di voce, alle keyword di ricerca…

E tuoi contenuti online come sono? Rispettano queste regole? Se pensi che abbiano bisogno di essere perfezionati, scrivimi: possiamo analizzarli insieme.

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